Non potevamo non esprimere la nostra opinione su uno degli argomenti più discussi di questi giorni. Se non altro per lasciare un’ulteriore traccia su qualcosa che andrebbe comunque ricordato a lungo. Ma primo di tutto vorrei chiedervi:
Pensate che The North Face produca a New York? Che un Iphone6 valga i suoi 1000 euro? O che il maiale che mangiate non abbia sofferto per la sua morte?
Vediamo di analizzare la sfida Moncler Report in maniera oggettiva. Per ogni punto saliente mostriamo anche l’accusa mossa sui social network.
LE PIUME D’OCA
Accusa: “Moncler riempie i suoi piumini con piume strappate da oche vive”FALSO (o almeno non provato. Servirebbe comunque una risposta più chiara da Moncler)
Il servizio di Report mostra le terribili sofferenze a cui vengono sottoposte le oche in alcuni allevamenti senza scrupoli. In realtà l’argomento é già molto conosciuto in rete, su youtube si trovano video girati diversi anni fa.
Le piume d’oca vengono strappate all’animale vivo e fino a quattro volte durante un anno.
Le sofferenze sono ovviamente atroci.
Si vedono oche sanguinanti e moribonde. Il 20% di queste non sopravviverà per le ferite riportate.
Per un benessere che può essere sostituito con materiali sintetici questo é inaccettabile.
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Tuttavia Report non dice mai che Moncler utilizza piume d’oca provenienti d’allevamenti di questo genere.
Purtroppo nelle etichette Moncler però non c’é nessun tipo d’informazione sull’origine delle loro piume .
Nei giorni successivi l’azienda padovana dichiarerà:
“Moncler utilizza solo piuma acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali”.
Il nostro punto va a: MONCLER
IL COSTO DI UN PIUMINO MONCLER
Accusa: “Un piumino Moncler costa all’azienda 30 euro” FALSO
Questo é un altro punto scottante. Un piumino Moncler può arrivare a costare anche 1350 euro. Una cifra astronomica é vero, i marchi del lusso si fanno pagare e questo lo sappiamo bene.
Tuttavia pare quasi inaccettabile per la maggior parte dei consumatori che la differenza tra il costo alla produzione e alla vendita di un capo di questo genere sia così alta.
Ma bisogna farsene una ragione, nell’abbigliamento di lusso é molto spesso così.
Secondo la persona che ha in qualche modo guidato i “segugi” di Report, Giuseppe Iorio (ex responsabile tecnico piuma Moncler), in uno dei piumini Moncler analizzati ci sono più o meno 30 euro di materiale.
Nel servizio si parla anche di un piumino con pelliccia la quale, da sola, costa almeno 18 euro.
Ai costi dei materiali bisogna aggiungere il costo della manodopera. Sembrerebbe che le aziende produttrici straniere prendano circa 40 euro a giubbotto.
Secondo il nostro parere i piumini Moncler possono costare quindi all’azienda da 60 a 95 euro cadauno.
A questa cifra bisogna sempre aggiungere tutti gli altri costi aziendali. Senza dimenticare che Moncler paga le tasse in Italia.
Cosa dice Moncler riguardo il costo dei propri prodotti:
“Per quanto riguarda i ricarichi, il costo del prodotto viene moltiplicato, come d’uso nel settore lusso, di un coefficiente pari a circa il 2,5 dall’azienda al negoziante, a copertura dei costi indiretti di gestione e distribuzione.”
Il nostro punto va a: MONCLER
LA QUALITA’ DI UN PIUMINO MONCLER
Accusa: “La qualità di un piumino Moncler non é all’altezza dei suoi prezzi” VERO (ma pensate sia diverso per un Iphone 6?)
Il consumatore che decide di spendere una cifra di questo genere pretende giustamente in cambio, oltre alla fama del brand, anche il meglio che il mercato possa offrire.
E’ il caso di Moncler? Dal servizio di Report sembrerebbe di no.
La piuma d’oca può costare dai 50 ai 200 euro al chilo. La migliore qualità di quella visibile nel servizio di report, prodotta dall’azienda ungherese Naturtex, costa 160 euro al chilo.
Secondo alcuni personaggi che conoscono bene il prodotto Moncler, tra questi ancora una volta Giuseppe Iorio, la piuma utilizzata costerebbe 60 euro al chilo e nei piumini mostrati ne basterebbero addirittura solo 150 grammi.
Costo 9 euro.
Sicuramente Moncler dovrebbe fare di più.
A dircelo sono anche le testimonianze di chi lavora nelle fabbriche produttrici.
Ad esempio un impiegata della fabbrica rumena tra le aziende produttrici dei piumini dice:”
“abbiamo problemi con la Moncler che mi manda di quelle schifezze che mi basta la metà”.
E ancora: “la piuma é molto sporca, ci sono dei pezzi grossi”.
In effetti da una immagine successiva sembra che le piume utilizzate non siano nemmeno lontane parenti della migliore piuma mostrata da Naturtex.
Citiamo Report sul tipo di piuma utilizzata da Moncler:
“L’imbottitura che usa Moncler é spesso una miscela di provenienza e valore, oca o anatra.”
Il nostro punto va a: REPORT
LA MORTE DEL MADE IN ITALY
Accusa: “Moncler sta contribuendo alla morte del Made in Italy” VERO (ma la colpa é davvero tutta di Moncler)
Moncler con la sua delocalizzazione in paesi dove il costo del lavoro é notevolmente più basso ha fatto, sfortunatamente per le aziende italiane, perdere diversi posto di lavoro.
Purtroppo per i lavoratori italiani, Moncler ha tutto il diritto di potere risparmiare i suoi 30 euro a piumino. E in ogni caso non é l’unica a farlo. Le stragrande maggioranza delle aziende di abbigliamento, e non solo, producono in paesi come India, Bangladesh, Vietnam, Romania etc.
Apple per esempio produce in Cina.
Il nostro punto va a: MONCLER
REMO RUFFINI
“compriamo la miglior piuma del mondo…” FALSO (dal servizio di Report sembra che ci sia in commercio della piuma d’oca di qualità superiore).
Ecco cosa dice Remo Ruffini, l’imprenditore proprietario di Moncler, a proposito dei suoi prodotti.
“Il made in Italy é un concetto che non mi appartiene.
Non mi interessa proprio come marchio. La produzione per essere buona non ha bisogno di etichette.”
La parte più interessante arriva subito dopo.
“Dobbiamo fare il made in Moncler. Noi non produciamo un prodotto finito, facciamo il prodotto da noi, nella nostra azienda di Padova, compriamo tutti i materiali, li facciamo fare noi, compriamo la miglior piuma del mondo…
Secondo il servizio di Report quest’ultima affermazione sembrerebbe non corrispondere a verità.
Tra gli intervistati, che bene sembrano conoscere il prodotto, la piuma utilizzata nei Moncler costerebbe 60 euro al chilo.
La migliore piuma che invece vende Naturtex costa 160 euro al chilo. Uno dei responsabili aziendali dice che si arriverebbe anche a 200 euro al chilo.
Ci sarebbero quindi ben 140 euro di differenza tra la piuma d’oca utilizzata da Moncler e la “miglior piuma del mondo”.
Il nostro punto va a: REPORT
CONCLUSIONI
Moncler vince secondo noi ai punti ma é una vittoria di Pirro.
Ha accusato il colpo, ma la vera batosta arriva dal tipo di piumino che sembra essere utilizzato. Sicuramente non tra i migliori.
Non é la prima volta che un’azienda d’abbigliamento viene bersagliata dalla critiche.
Sarà questa la fine di Moncler? No. Il titolo scivola in borsa ma la sua ripresa arriverà.
Moncler dovrebbe sicuramente impegnarsi ad offrire sempre i migliori materiali.
E offrire ad esempio anche la piena tracciabilità dei materiali utilizzati. Cosa che ad esempio fa Patagonia.
Ma solo se s’impegnasse di più anche eticamente (verso uomini e animali), potrebbe offrire davvero il miglior piumino del mondo.
Ci auguriamo possa farlo presto.
giuseppe iorio says
Buongiorno. Leggo per caso e dopo quattro anni questo vostro commento. Sono Giuseppe Iorio ed a breve, nel mio libro edito da Castelvecchi, avrò la possibilità di poter ben spiegare dati alla mano, come i proprietari dei marchi del lusso italiani costituiscano una vera e propria ASSOCIAZIONE A DELINQUERE che danneggia al pari di ogni MAFIA il nostro sistema economico, che produce disoccupazione e fame. Questi signori sono gente senza scrupoli perché col loro comportamento creano vere e proprie tragedie. Sono responsabili dello sfruttamento di bambini. Annullano la vitae sogni dei bambini. Finalmente potrò rispondere a tutte le cazzate che si sono dette in questi ultimi anni e sputtanare un pò questa razza di infami.
Fausto Salami says
Sono perfettamente dacccordo con ciò che hai detto. Dobbiamo metterci in testa che paghiamo il BRAND non il prodotto.